L’arena o l’anfiteatro di Verona

L’Arena di Verona: storia e curiosità dell’anfiteatro romano

L’Arena, o l’anfiteatro di Verona, sorge all’esterno della più antica cinta muraria romana, in posizione periferica, davanti all’angolo sud della città.

Un monumento al margine della città antica

Fu costruita in un periodo pacifico, nel I secolo d.C., una collocazione strategica che favoriva l’afflusso di spettatori anche da città vicine. I due anfiteatri più prossimi a Verona in epoca romana si trovavano a Milano e Padova. L’anfiteatro più simile, per struttura, a quello veronese è quello di Pola.

L’edificio

Chi osserva l’Arena da Piazza Bra non vede la facciata esterna originale, bensì uno degli anelli interni: l’anello esterno in pietra è infatti quasi completamente scomparso nei secoli.

Ne resta solo una porzione con quattro arcate su tre ordini, chiamata dai veronesi “l’Ala”. Dopo il Colosseo di Roma e l’anfiteatro di Capua, quello di Verona è il terzo per dimensioni ed è considerato il meglio conservato al mondo.

Le fondazioni sono costituite da una solida platea e da un sistema di fognature che assicurava il drenaggio. Le murature sono a sacco, formate da ciottoli e mattoni, mentre i pilastri in blocchi di pietra costituiscono la struttura portante.

Le volte, in opera cementizia con malta e ciottoli, erano impreziosite da elementi in mattone. In origine l’edificio era anche dotato di decorazioni scultoree, oggi purtroppo perdute.

Venationes e gladiatori

In epoca romana, l’arena ospitava le venationes, cioè le cacce con animali feroci provenienti dall’Africa. Ma gli spettacoli più attesi erano i combattimenti tra gladiatori, detti munera.

I gladiatori erano vere e proprie star del tempo. Vivevano e si allenavano nel ludus, la caserma annessa, gestita dallo Stato. A Verona è documentata l’esistenza di un ludus grazie a un’iscrizione oggi conservata in un museo cittadino.

Nel ludus lavoravano allenatori, armaioli, cuochi, medici. Molti medici dell’epoca iniziavano proprio in questi ambienti.

I committenti dell’Arena

La costruzione dell’Arena fu in gran parte finanziata dalla borghesia locale. Fu grazie alla generosità di ricchi cittadini che si poté realizzare un’opera tanto imponente e costosa.

Verona, insieme ad Aquileia, Padova e Milano, era una delle zone più progredite e prospere dell’Impero Romano, con attività agricole, industriali e commerciali ben sviluppate, tra cui spiccava la produzione di lane e tessuti.

L’Arena nei secoli

Nel corso dei secoli, l’Arena di Verona fu usata per gli scopi più disparati: condanne a morte, cava di materiali, discarica, abitazioni.

Nel XVII secolo, sotto la Serenissima Repubblica di Venezia, iniziarono i primi restauri delle gradinate. Nel 1807 fu istituita la Commissione all’Ornato Pubblico. Poco dopo, il Comune concesse gli arcovoli come magazzini, abbandonando finalmente il loro uso abitativo. Nel giugno del 1805, l’anfiteatro ospitò una caccia ai tori.

Nel 1822, in occasione del Congresso di Verona, Gioachino Rossini diresse la Sacra Alleanza, con testo di Gaetano Rossi. In Arena si svolgevano anche serate teatrali: nel 1873, una giovanissima Eleonora Duse interpretò Giulietta e Romeo.

Il 10 agosto 1913, per celebrare il centenario della nascita di Giuseppe Verdi, venne rappresentata Aida: fu l’inizio della celebre stagione lirica dell’Arena, ancora attiva oggi.

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